Il segretario regionale del Partito Democratico, Tommaso Bori, esprime profonda preoccupazione per il fermo di uno dei due forni delle Acciaierie di Terni, così come recentemente annunciato in una nota di AST, ed esprime solidarietà ai lavoratori.
“Le ragioni che hanno portato alla fermata e alla cassa integrazione per i lavoratori – sottolinea il segretario regionale – sono la dimostrazione che, né il Governo Meloni, né la Giunta Tesei, hanno mai avuto veramente a cuore la sostenibilità e la competitività di un impianto strategico come quello di Terni. Il tema irrisolto del costo dell’energia, per Ast, ovvero per un’industria energivora che arriva a consumare in un anno quanto l’intera città di Napoli, rappresenta un fattore imprescindibile che va affrontato quanto prima. Ne va del futuro di un sistema tanto complesso quanto importante per l’Umbria e per l’intero Paese, che deve essere messo nelle condizioni di competere nel mercato siderurgico al pari degli altri attori internazionali.”
“Ritengo, per questo, quasi paradossale che non sia stata ancora verificata l’ipotesi di ripristino del collegamento tra Ast e la Centrale Idroelettrica di Galleto, che sarebbe in grado alimentare l’impianto attraverso energia pulita e a chilometro zero. Serve dunque che la destra che governa a livello regionale e nazionale si faccia carico delle sue responsabilità, di questo immobilismo che, a distanza di anni, non ha portato ancora alla firma del nuovo accordo di programma e di affrontare in maniera costruttiva e responsabile il nodo energia, nonostante gli impegni assunti con Arvedi.
Come ha giustamente sottolineato più volte in questi giorni la Segretaria Nazionale del PD Elly Schlein, il governo Meloni deve mettere in campo una politica industriale che accompagni i cambiamenti che stiamo vivendo. Bisogna dare continuità agli incentivi tenuto conto quelli legati alla transizione 5.0 finiranno nel 2025. Non possiamo più accettare che il paese continui ad avere i costi dell’energia più alti in Europa. Ciò rappresenta un problema enorme non solo per la competitività del sistema, tanto da mettere in crisi comparti strategici come quello di Terni, ma anche di prospettive per l’occupazione. Il Partito Democratico regionale e nazionale – conclude Bori – esprimendo solidarietà e vicinanza ai lavoratori che verranno penalizzati, loro malgrado, dal fermo della produzione di uno dei due forni, intende mettere in campo tutte le iniziative utili affinché la vicenda trovi al più presto una soluzione concreta e praticabile per l’azienda e per i lavoratori”.
Per Antonio Misiani, responsabile economico del Partito Democratico, Governo e Regione sono assenti sulle preoccupanti scelte di Arvedi”.
“La decisione del gruppo Arvedi di fermare per una settimana uno dei due forni dell’acciaieria di Terni è un segnale molto preoccupante. Il divario del costo dell’energia tra l’Italia e il resto d’Europa si è fortemente aggravato nel corso del 2024, mettendo in enorme difficoltà i settori industriali a maggiore consumo di energia, siderurgia in testa. I numeri forniti dall’azienda sono da questo punto di vista drammatici, con costi quadrupli rispetto alla Francia, tripli rispetto a Germania e Finlandia e superiori di oltre la metà rispetto alla Spagna. Sconcerta, in questa difficile situazione, l’assenza totale del governo e della Regione Umbria.
Mentre la UE ha fatto la sua parte, il solitamente loquace ministro Urso dopo aver annunciato a vuoto per ben sei volte la firma dell’accordo di programma per lo stabilimento di Terni, si è chiuso in un preoccupante mutismo. Chiediamo al governo di tornare rapidamente ad occuparsi di temi concreti, perché quanto sta accadendo non può essere scaricato sulle spalle dei lavoratori. Il nodo del costo dell’energia per l’industria manifatturiera è tra i più importanti e la dinamica divergente dei costi italiani rispetto al resto della UE indica la presenza di evidenti disfunzioni nel nostro mercato energetico, con i produttori di elettricità che registrano utili rilevantissimi mentre interi settori industriali sono sempre più in difficoltà.
È una situazione oggettivamente insostenibile, che richiede un intervento in tempi rapidi sia del governo che dell’autorità di regolazione”.
Per i parlamentari del Pd Anna Ascani e Walter Verini – Senatore PD “una nuova prova dell’inerzia di questo governo e dell’incapacità di definire serie politiche industriali è data anche dall’annuncio di Arvedi di ridurre le produzioni e ricorrere ad ammortizzatori sociali”.
“Nei giorni scorsi lo stesso gruppo aveva lanciato l’allarme sull’insostenibile peso dei costi energetici” ricordano in una nota congiunta. “L’acciaio a Terni è strategico – sottolineano Ascani e Verini -, non solo per la città e per la regione, ma per il Paese.
Il ministro delle Attività produttive, la Regione Umbria brillano per la totale assenza di iniziativa per chiudere al più presto la partita dell’accordo di programma e del piano industriale dell’Ast. Anni fa anche il Comune di Terni svolgeva un ruolo di stimolo e di protagonista, insieme a lavoratori, sindacati, rete dell’indotto; oggi il Comune è latitante. Anche noi come parlamentari Pd dell’Umbria ci associamo agli appelli dei sindacati, del Pd ternano e ci rivolgiamo al Ministro Urso perché assuma senza ulteriori indugi una iniziativa che, nel quadro di politiche di rilancio della produzione siderurgica nazionale, dia impulso e prospettiva al sito di Terni, al piano industriale e all’accordo di programma”.