Uil scuola: «In Umbria anche quest’anno partenza all’insegna del precariato»

Anche quest’anno scolastico è partito all’insegna del precariato. Nonostante l’intento di avere tutti i docenti in cattedra con l’inizio dell’anno, mera illusione di ogni Ministro, si parte con un numero elevato di personale docente e non docente precario, che di fatto tende ad aumentare. Attualmente abbiamo già quasi 1000 docenti in provincia di Terni e oltre 3000 in provincia di Perugia. Per il personale ATA siamo già a quota 500 a Perugia e quasi 200 a Terni. E ancora proseguono i bollettini di assegnazione dei posti per i docenti, tra rinunce, immissioni in ruolo tardive e errori del famoso algoritmo. Continue le segnalazioni agli Uffici scolastici delle due Province”. 

“Il problema del precariato non può essere risolto continuando a proporre concorsi, che non solo neanche abilitano all’insegnamento, come gli ultimi del PNRR, ma richiedono procedure lunghe e complesse. Noi della Uilscuola abbiamo da sempre proposto che si debba immettere in ruolo su tutti i posti disponibili, che l’organico sia unico e non diviso tra Organico di Diritto e Organico di Fatto, questo a garanzia di quella continuità didattica tanto sbandierata dai ministri che si sono succeduti. Basta con i concorsi fallimentari e immettiamo in ruolo anche dalle Graduatorie Provinciali, dove abbiamo personale precario da anni, e quindi con una esperienza notevole, che però, guarda caso, va bene per le supplenze, ma non per un’immissione in ruolo”.

“E poi questo mercato delle abilitazioni, perché di questo si tratta, visto che coinvolge docenti precari o che non lavorano (parliamo di 2500 euro a corso!), sa tanto di presa in giro. Oltre tutto questi corsi (30, 36 o 60 CFU), sarebbero dovuti partire tutti insieme, a garanzia di pari opportunità, invece sono partiti a scaglioni, garantendo ad alcuni la possibilità di inserirsi nella prima fascia delle Graduatorie, cioè chi aveva già un’abilitazione su altro insegnamento o la specializzazione su sostegno, ad altri no. Immaginate quindi che, docenti che hanno alle spalle anche 10 anni di precariato, sono rimasti in II fascia perché non hanno avuto il tempo materiale di inserirsi, e sono rimasti senza posto. Parliamo di persone che hanno sempre lavorato e che hanno famiglie da mantenere! Questo sistema, che non ha funzionato per le incapacità di questo Ministero, di fatto sta scatenando una guerra tra poveri, quando invece sarebbe bastato far partire tutti insieme questi corsi abilitanti (la partenza era prevista per novembre del ’23!); per sanare queste mancanze, la Uilscuola ha proposto di riaprire le Graduatorie il prossimo anno, così da consentire ai ritardatari (non per loro colpa) di inserirsi in prima fascia”. 

“Anche il personale ATA non se la passa meglio, tra la scarsità dei posti per le immissioni in ruolo e un organico talmente limitato che le scuole devono fare i salti mortali per garantire persino l’apertura dei plessi e un minimo di sorveglianza. Come dire che il problema sicurezza non è affar nostro! Come vedete il problema del precariato è un problema annoso, che evidentemente non interessa neanche questo Ministero, soprattutto non gli interessa sentire la voce di chi lavora da anni nella scuola e dei sindacati che li rappresentano. Un vero peccato, perché la scuola Statale italiana, seguita da oltre il 90% degli studenti, è riconosciuta in tutto il mondo come una delle migliori”. 

Così in una nota la segretaria generale della Uil Scuola Umbria, Lucia Marinelli.