Con i discorsi delle autorità dalla Loggia del Sacro Convento si è conclusa la prima parte delle celebrazioni per la festa di San Francesco Patrono d’Italia. Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ha acceso la Lampada votiva dei Comuni d’Italia in rappresentanza del popolo italiano durante la celebrazione nella chiesa superiore della Basilica di San Francesco, presieduta da Mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza Episcopale Siciliana.
«Da sempre la Sicilia è terra ospitale – ha dichiarato il Custode del Sacro Convento fra Marco Moroni, OFMConv, all’inizio della celebrazione in Basilica –. Oggi lo è anche con i migranti che giungono numerosi sulle sue coste in cerca di una vita più dignitosa. È certamente una sfida del nostro tempo, che occorre gestire con lucidità, ma anche con la pratica profetica della fraternità che san Francesco ci ha insegnato e che certamente può contribuire ad affrontare anche tanti altri problemi, come quelli della siccità e della criminalità organizzata. Chiediamo perciò a san Francesco in questa celebrazione di intercedere per tutti noi, per la vostra regione e per l’Italia intera».
La pace, i cambiamenti climatici e l’immigrazione sono stati i temi centrali dei discorsi pronunciati alla nazione dai rappresentanti ecclesiali e dalle autorità civili.
«Siamo consapevoli di non essere qui dinanzi a valori, per quanto alti e preziosi, come la concordia e la fraternità – ha sottolineato Mons. Raspanti durante l’omelia -; siamo dinanzi alle spoglie di un uomo con un vissuto che lo rende eccellente testimone e profeta che indica la sicura via della pace. Forse potremmo arrischiare di dire che non riusciamo nell’odierna convivenza sociale ad accogliere il migrante, a frenare la violenza, a curare i deboli e i poveri, a espungere il malaffare proprio perché non riusciamo a raggiungere la sorgente dei valori, cioè il perdono e la riconciliazione, l’umiltà e la mitezza. Se il risanamento non accade nel profondo delle radici, non vedremo mai i frutti dell’albero».
Di “pericoli derivanti da un cuore umano indifferente e smemorato” ha parlato il Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, fra Carlos A. Trovarelli: «Penso, in particolar modo, alle dolorose vicende di cronaca che, recentemente, hanno visto protagonisti giovani o giovanissimi, in ambito familiare; si fa sempre più urgente il dovere di sostenere modelli educativi capaci di intercettare il disagio giovanile, prima che questo esploda in un indecifrabile alfabeto di violenza o dipendenze».
«L’olio che doniamo è frutto della nostra terra, una terra generosa, ricca di storia, di cultura e di spiritualità – ha affermato il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani -. Ma è anche simbolo di un impegno: mantenere accesa la fiamma della pace, della solidarietà e della giustizia sociale. Proprio come la lampada che arde ininterrottamente sulla tomba di San Francesco, così noi dobbiamo far sì che la luce della fraternità e dell’uguaglianza continui a brillare nelle nostre azioni quotidiane».
Davide Rondoni, Presidente del Comitato per le Celebrazioni per l’VIII Centenario della morte di san Francesco d’Assisi, ha parlato del lavoro dello stesso in vista del culmine del centenario in corso (2023-2026). «Con tutta l’umiltà e la forza della poesia – che a san Francesco deve tanto – posso dire che ci stiamo impegnando insieme a tanti enti e associazioni, perché siano celebrazioni commosse, essenziali, sostanziali, e che ne restino segni duraturi belli e buoni. Da iniziative nelle carceri, dove la vita di Francesco cambiò, a quelle nelle scuole, commissionando opere d’arte nuove e durature, facendo risuonare il Cantico in più occasioni possibili, affiancando progetti della città di Assisi e di altre, e cercando di portare il più possibile nel mondo la figura di San Francesco».
Le celebrazioni riprenderanno alle ore 16, nella chiesa inferiore della Basilica di San Francesco. Mons. Guglielmo Giombanco, vescovo di Patti e segretario della Conferenza Episcopale Siciliana, presiederà i Vespri Pontificali in Cappella Papale, a cui seguirà la processione alla chiesa superiore e la benedizione all’Italia con la Chartula dal cupolino della Basilica da parte di Mons. Domenico Sorrentino