La Regione Umbria ha confermato la validità dell’improvvida norma che consente di fatto la libera circolazione dei veicoli a motore su sentieri, mulattiere, viali parafuoco e piste di esbosco e di servizio a boschi e pascoli. È stata persa un’occasione importante per rivedere la modifica di legge che da oltre un anno sta arrecando un enorme danno all’immagine e all’ambiente del ‘Cuore verde d’Italia”. Così la presidente del Gruppo regionale Cai-Umbria, Maria Luisa Spantini, sull’esito del voto di martedì scorso in Consiglio regionale con cui a maggioranza è stato bocciato l’emendamento proposto dai consiglieri Thomas De Luca (5 Stelle) e Vincenzo Bianconi (Gruppo Misto) tendente a ripristinare la precedente norma che vietava la circolazione dei motori sui sentieri e le mulattiere dell’intero territorio regionale.
“La modifica apportata alla legge regionale 28/2001 nel dicembre scorso (emendamento Puletti-Lega) – prosegue Spantini – sta producendo gli effetti paventati: moto, quad e fuoristrada su sentieri, mulattiere e piste di servizio e spesso anche su prati e pascoli. Con conseguenti problematiche di sicurezza, disturbo dei selvatici, danneggiamenti del fondo di sentieri, mulattiere e cotiche erbose. Sembra inoltre prendere piede un nuovo tipo di turismo regionale: il turismo con moto sui sentieri umbri. È l’iniziativa di un moto club umbro che alla fine di settembre scorso ha organizzato un moto raduno in Umbria ‘per gli amanti delle moto enduro, tra boschi e sentieri sterrati di questa splendida regione del centro Italia’. Una proposta ‘turistica ’ – aggiunge – che contrasta con quelle che sono le linee di sviluppo della Regione Umbria in questo campo volte a promuovere e valorizzare il turismo lento, i Cammini religiosi. Ma la vera contraddizione è quella della Regione Umbria che da una parte cerca di sviluppare questo tipo di turismo e dall’altra, cambiando un articolo di legge da il via libera, senza regole, alla circolazione di veicoli a motore in quello stesso ambiente che dovrebbe ospitare il turismo lento e sostenibile”.
“Le otto sezioni del Cai Umbria, con i loro più di 4000 soci – sottolinea Spantini – continueranno nella loro decisa azione contro questa norma di legge che non tiene conto delle reali caratteristiche e potenzialità del nostro pregevole ambiente montano e che rischia di degradarne la qualità. In occasione della prossima competizione elettorale regionale chiederemo ai candidati presidenti delle varie liste di esprimere la propria posizione sia su questa vicenda che sulle questioni più generali della tutela e valorizzazione dell’ambiente umbro”. //