L’Umbria resta tristemente in zona rossa per il tasso di mortalità sul lavoro, posizionandosi
al terzo posto tra le regioni italiane per incidenza di infortuni mortali. Secondo i dati
elaborati da Vega Engineering, nei primi 11 mesi del 2024 si sono registrate 17 vittime sul
lavoro a fronte di una popolazione occupata di 361.596 persone, per un indice di mortalità
di 47 decessi ogni 100.000 lavoratori. Questo dato supera di gran lunga la media
nazionale, che si attesta a 31, ed è inferiore soltanto a quello di Basilicata (77,2) e Valle
d’Aosta (70,4). A livello provinciale, la situazione è altrettanto drammatica: Terni è l’ottava
provincia italiana più pericolosa per lavorare, con 5 morti su 83.000 occupati. Perugia, pur
posizionandosi al 30° posto, registra 12 vittime su 278.000 lavoratori, con un indice di
mortalità di 43,1.
“Questi numeri – commenta il segretario regionale Filca Cisl Umbria Giuliano Bicchieraro –
evidenziano una realtà in cui la sicurezza sul lavoro rimane una questione aperta e
urgente, soprattutto in settori ad alto rischio come l’edilizia. Il ruolo dell’edilizia e il
provvedimento della patente a crediti Il settore dell’edilizia, uno dei comparti
maggiormente coinvolti negli incidenti mortali, richiede un’attenzione specifica. I rischi,
spesso legati a cadute dall’alto, crolli strutturali e utilizzo improprio di macchinari, sono
aggravati da una gestione non sempre adeguata della sicurezza”
Patente a punti, partecipazione e formazione: le sfide da accettare
Una recente misura introdotta per affrontare questa problematica è la patente a crediti per
le imprese edili, un sistema che premia le aziende virtuose in termini di sicurezza. Le
imprese possono accumulare crediti adottando buone pratiche, investendo in formazione e
utilizzando tecnologie per la prevenzione. Al contrario, comportamenti negligenti
comportano la perdita di crediti e possibili sanzioni.
“Questo meccanismo – prosegue Bicchieraro – non solo incentiva una cultura della
sicurezza, ma responsabilizza le aziende nel tutelare i lavoratori. Partecipazione,
formazione e informazione per rendere la sicurezza strutturale nell’ambito
dell’organizzazione del lavoro, queste a nostro parere le chiavi per invertire la rotta.
Affrontare il dramma delle morti sul lavoro richiede un approccio integrato che metta al
centro partecipazione, formazione e informazione. I lavoratori devono essere coinvolti
nella gestione della sicurezza attraverso strumenti oltre alla designazione di
Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), devono poter “partecipare” alle
scelte organizzative con riunioni periodiche e consultazioni, possono migliorare la
consapevolezza e permettere di identificare e segnalare i rischi. La formazione, che nel
settore è già obbligatoria, deve essere continua ed estesa ai datori di lavoro e aggiornata
periodicamente. Per i lavoratori stranieri o con difficoltà linguistiche, è fondamentale
adottare strumenti didattici comprensibili. Devono essere utilizzate tecnologie avanzate
che possano anche sostituirsi al lavoratore quando, affaticato perde la
concentrazione. Campagne di sensibilizzazione possono contribuire a creare una cultura
della sicurezza. L’informazione deve essere chiara, accessibile e multilingue, per
raggiungere tutti i lavoratori, soprattutto i più vulnerabili. L’innovazione tecnologica come
accennato sopra, può giocare un ruolo cruciale nella prevenzione degli incidenti: Sistemi di
monitoraggio smart: sensori per rilevare condizioni pericolose, droni per ispezionare aree
di lavoro e dispositivi di protezione individuale intelligenti. Digitalizzazione delle procedure:
l’uso di piattaforme digitali per la gestione della sicurezza facilita l’accesso alle
informazioni e garantisce trasparenza. Inoltre, è necessario intensificare i controlli sul
rispetto delle normative. Un maggior numero di ispettori del lavoro, unito all’applicazione
rigorosa delle sanzioni, può rappresentare un deterrente efficace contro le violazioni. I dati
sulle morti sul lavoro in Umbria rappresentano un richiamo forte all’azione”
Fare rete per un lavoro sicuro
“È indispensabile – conclude il segretario – che imprese, istituzioni e lavoratori uniscano le
forze per costruire un sistema lavorativo sicuro e sostenibile. La partecipazione attiva, la
formazione continua e l’informazione capillare devono diventare i pilastri di una strategia
che ponga al centro la vita e la dignità delle persone. La sicurezza sul lavoro non è solo un
obbligo legale, ma un dovere morale verso chi contribuisce ogni giorno, con il proprio impegno, alla crescita della società”.