Un accordo di programma che intende avviare un processo di integrazione dei servizi e tra servizi e
che consenta di definire e attuare: il sistema locale degli interventi e dei servizi sociosanitari, atti a
soddisfare, mediante percorsi integrati, i diritti/bisogni di salute delle persone che richiedono
unitariamente prestazioni sanitarie e azioni di supporto e protezione sociale; le modalità
organizzative tra servizi di enti diversi come, per esempio, il Pua (Punto unico di accesso). È quanto
sottoscritto tra il Distretto del Perugino dell’Usl Umbria 1 e i Comuni della Zona sociale 2 (Perugia,
Corciano e Torgiano) per la realizzazione del percorso assistenziale integrato per la non
autosufficienza triennio 2022/24 (come previsto dal dgr 409 del 2023), triennio per il quale erano
stati assegnati quasi 10 milioni di euro al Distretto del Perugino dell’Usl Umbria 1 e circa un
milione e 200mila euro ai Comuni della Zona sociale 2.
Le azioni messe in campo sono state illustrate lunedì 20 gennaio, presso la sala riunioni del
Poliambulatorio Europa a Perugia, alla presenza di Nicola Nardella, direttore generale Usl Umbria
1; Barbara Blasi, direttore Distretto del Perugino Usl Umbria 1; Costanza Spera, assessore alle
Politiche Sociali Comune di Perugia; Roberta Migliarini, dirigente Area servizi alla Persona
Comune di Perugia.
Ha aperto l’incontro Barbara Blasi che ha dichiarato: “Questo accordo di programma è il primo
siglato nella nostra Azienda sanitaria. È importante perché in questi giorni ha appena aperto la Casa
di Comunità di Ponte San Giovanni e, di fatto, sta partendo la costruzione vera degli spazi in cui la
co-programmazione può essere individuata con l’accordo di programma e il Pua. Stiamo lavorando
insieme per intercettare i bisogni dei cittadini ed il sistema locale degli interventi prevede una co-
progettazione che coinvolge anche il terzo settore e quindi l’associazionismo. Nel contesto di una
programmazione congiunta, in questo contesto, anche l’utente diventa parte attiva della
progettazione. Stiamo lavorando anche su progetti consultoriali, affidi, adozioni… su tutte quelle
attività di integrazione che hanno valenza ed impatto importante sulla cittadinanza tutta”.
Subito dopo il direttore generale Nicola Nardella ha affermato: “Quello che si va a stabilire è un
accordo di programma tra la componente sanitaria e sociale. Quando abbiamo a che fare con la non
autosufficienza la componente sanitaria e quella sociale sono spesso talmente connesse ed
interdipendenti che è difficile distinguerle. Mettere insieme e capire i bisogni sociali e sanitari degli
utenti spetta alla programmazione congiunta. Proprio per questa complessità dobbiamo integrarci e
creare dei modelli come il Pua, dove convergono i bisogni della non autosufficienza e i servizi
multifunzionali”.
L’assessora Costanza Spera, nel portare i saluti anche di Attilio Persia e Giordana Tomassini,
rispettivamente assessori dei Comuni di Torgiano e Corciano, ha ricordato che “l’accordo di
programma persegue un obiettivo preciso: quello di una valutazione multidisciplinare e di una presa
in carico integrata e coordinata delle persone in condizione di non autosufficienza tra servizi sociali
e servizi sanitari”. “Siamo i primi ad attuarlo nella Usl Umbria 1 – ha proseguito Spera – con l’idea
di puntare sempre più a piani individualizzati e personalizzati superando soluzioni standardizzate. A
fronte di problematiche sempre più complesse connesse anche al processo di invecchiamento della
società in cui viviamo, la via che intendiamo percorrere è quella dell’integrazione dei servizi e delle
risposte, anche al di là dell’ambito della non autosufficienza. Ciò va in direzione della costruzione
del budget di salute. Così si può raggiungere l’obiettivo della vera presa in carico della persona a
360 gradi con tutte le sue necessità, aspirazioni e ambizioni, cioè anche in un’ottica bio-psico-
sociale. In ciò sarà importante collaborare con il terzo settore mediante strumenti di co-
progettazione e co-programmazione”.
L’accordo di programma, come spiegato dalla dirigente Roberta Migliarini, “incide su interventi a
carattere domiciliare, semiresidenziale, residenziale, su quelli volti a facilitare la vita indipendente
delle persone non autosufficienti, così come l’accesso e la frequenza alle attività scolastiche
formative e lavorative”. L’ulteriore passo in avanti consiste nel “mettere a sistema un percorso
assistenziale integrato attraverso l’istituzione dei punti unici di accesso (Pua) volti a garantire pari
opportunità di accesso alle informazioni e ai servizi sociali e socio-sanitari per i cittadini della Zona
sociale”. A tal proposito, a breve “sarà inaugurato il Pua nella Casa di comunità di Ponte San
Giovanni, dove già sono operative due assistenti sociali assunte dal Comune a tempo
indeterminato”. E’ stato infine ricordato che nell’ambito della non autosufficienza proseguono le
progettualità Home Care Premium (540 i progetti attivi nel 2024, mentre nell’anno in corso sono
state attivate 94 nuove progettualità), contributi ai caregiver familiari (32 nel 2024), progetti di vita
indipendente e quelli ai sensi della legge 112/2016 (“Dopo di Noi”). La Zona sociale 2 è stata
inoltre ammessa a finanziamento (fondi Pnrr) per attuare un intervento per l’autonomia degli
anziani non autosufficienti e la prevenzione della istituzionalizzazione, assicurando un contesto
abitativo attrezzato insieme a un’assistenza integrata di tipo domiciliare (risultate ammissibili 101
domande).
L’accordo di programma definisce quindi: l’intesa inter-istituzionale e gli accordi di cooperazione
organizzativa, gestionale e professionale necessari per l’attuazione del livello essenziale delle
prestazioni relativo al processo assistenziale integrato dedicato alle persone non autosufficienti o in
condizione di disabilità, che necessitano di interventi di tipo sia sociale che sanitario; cooperazione
interprofessionale e organizzativa per l’integrazione degli interventi. Il primo passo per
l’integrazione sociosanitaria è la programmazione congiunta, funzione strategica che definisce, sulla
base di priorità e obiettivi comuni, gli interventi sinergici da mettere in campo, le risorse a
disposizione e condivise, i processi e le procedure di attuazione. Alla funzione di programmazione
spetta il compito di intercettare i nuovi e diversi bisogni che derivano dai mutamenti sociali,
economici, normativi e culturali e, sulla base di essi, di indicare interventi e risposte assistenziali
adeguate.
L’approccio integrato, nell’analisi dei bisogni, nelle scelte delle priorità d’intervento e
nell’adozione degli strumenti di governo del sistema, permette di rispondere in maniera adeguata
alla complessità dei fenomeni e dei bisogni sociosanitari complessi e trova la sua attuazione nella
programmazione congiunta dei servizi sociosanitari, presenti all’interno del piano sociale di zona e
del programma delle attività territoriali. Il Distretto del Perugino, nell’ambito dell’integrazione
socio-sanitaria, vanta con la zona sociale una proficua collaborazione, programmazione ed intesa,
condivide una visione comune.