“Tanto è una donna, trattiamola così.” Inizia così il post di domenica sui social della Governatrice dell’Umbria Stefania Proietti che nelle sue considerazioni successive torna su una tendenza pericolosa verso un linguaggio gratuitamente oltraggioso e aggressivo che spesso viene riservato alle donne che si espongono in politica così come in ogni altro settore della società.
“Le immagini – prosegue Proietti – che vedete qui sotto non hanno bisogno di grandi spiegazioni. Sono solo una parte dei commenti, meme, fotomontaggi e insulti sessisti che negli ultimi giorni mi sono piovuti addosso.
C’è chi ha pensato di rappresentarmi con il dito medio alzato.
Chi ha voluto ridurmi a una caricatura con minigonna, smalto e scollatura.
Chi mi chiama “la rossettata”.
Chi mi ha chiamata “lady tax”, con l’intenzione di sminuirmi e deridermi.
E poi ancora: naso da Pinocchio, odio, volgarità, aggressività gratuita.
Tutto questo non riguarda me. Io, per fortuna, ho le spalle larghe.
Ma riguarda le tante giovani donne che stanno pensando, oggi, di impegnarsi in politica. Riguarda le nostre figlie e i nostri figli.
Perché se questo è il prezzo che una donna deve pagare per il solo fatto di esporsi, di metterci la faccia, di avere idee, allora abbiamo un problema.
Questo tipo di linguaggio non è mai stato usato contro colleghi uomini. Perché accade ora?
Non cerchiamo scuse. Non cerchiamo giustificazioni.
Solo un invito a riflettere.
Tante cose in questa società non sono riparabili. Ma il linguaggio sì.
A partire dalla politica.
Abbassiamo i toni. Ricominciamo a dare un valore alle parole.
Perché è dal linguaggio che inizia la violenza.
È dalle parole che si autorizza la cultura dell’odio, la discriminazione, l’aggressione.
E il passo dalle parole ai gesti – anche i più estremi, come i femminicidi – è breve. Terribilmente breve.
È per questo che dobbiamo fare muro.
Tutte e tutti insieme.
Per dire che no, non è normale. Non deve essere tollerato.
Che una donna non può, non deve, essere insultata o derisa solo perché fa politica, solo perché è libera, solo perché è donna.
Io non mi fermo.
E continuo a metterci la faccia. Anche per chi, oggi, ha paura di farlo”.