Funerali di Papa Francesco: ad Assisi posizionati maxi-schermi in centro storico e a Santa Maria degli Angeli per seguire l’ultimo saluto al Santo Padre

Sabato 26 aprile è il giorno dell’ultimo saluto al Santo Padre: la solenne messa esequiale in Piazza San Pietro presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, alla presenza di oltre 160 delegazioni internazionali. L’evento potrà essere seguito anche su più maxischermi posizionati nel centro storico di Assisi e a Santa Maria degli Angeli. Nella giornata di venerdì è stata celebrata la Santa messa di suffragio per Papa Francesco presieduta dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino nella chiesa superiore della Basilica di San Francesco ad Assisi e concelebrata dal clero delle due diocesi. Il Papa che – come ha ricordato il custode fra Marco Moroni – “ha dimostrato un grande affetto per Assisi”. Durante l’omelia il vescovo ha sottolineato che “tanta gente si sta recando a Roma in questi giorni ed è bello che la comunità ecclesiale tutta senta quel naturale sentimento di mestizia che inevitabilmente ci prende quando si allontana da noi per la vita eterna una persona cara. E Papa Francesco – ha aggiunto il vescovo – è stato sicuramente qui ad Assisi una persona cara, direi uno di famiglia: tante volte mi è capitato di sentire, quando abbiamo avuto occasione di conversare o anche quando mi è capitato di parlare con altri confratelli dell’episcopato i quali mi facevano notare che questo affetto speciale di Papa Francesco per Assisi, che si traduceva anche in visite certamente più frequenti che nelle altre chiese, che sembrava un po’ esagerato. E io facevo notare sia al Papa che a coloro che mi facevano tali osservazioni che se aveva preso il nome di Francesco e aveva fatto suo il programma di Francesco, Assisi è diventata la sua casa e ogni volta che ci tornava, ‘tornava a casa”. Il vescovo ha sottolineato che è stato davvero qualcosa di nuovo nella storia della chiesa almeno nel Secondo millennio quello che è capitato quando Papa Francesco “ha preso il nome del nostro Santo. Qualcuno forse lo aveva sicuramente immaginato e auspicato, ma sembrava quasi che a volerlo un Papa volesse troppo, perché davvero Francesco è un gigante della spiritualità e con la sua radicalità evangelica nemmeno la schiera enorme dei fratelli che lo hanno seguito nella sua vocazione è riuscito mai a raggiungerlo; ci si è provato, si è fatto addirittura tante volte qualche tentativo di innovazione, si è creato un’altra famiglia, un altro ordine per tentare di avvicinarsi alla sua altezza e poi ci si è dovuto convincere che è veramente difficile arrivare alla sua altezza. Che un Papa prendesse il nome di Francesco poteva far quasi paura, perché avrebbe dovuto poi essere coerente con questa scelta: ma Papa Francesco davvero ha fatto di tutto per mostrarci che cosa significa una coerenza evangelica sui passi di Francesco, e quindi ci lascia un’eredità impegnativa: ci dice che è possibile guardare a Gesù con le lenti, le parole, con i gesti e con la vita del nostro santo”.