Una lettera inviata agli organi di informazione per dire una volta per tutte che il suo corpo non ce la fa più. La giornalista perugina Laura Santi affetta da una forma progressiva di sclerosi multipla ha ottenuto nel novembre scorso il sì della Asl per procedere al suicidio assistito ma è ancora in attesa dell’indicazione del farmaco da parte della Regione e delle modalità da seguire. “Io ho bisogno di morire presto – scrive Laura – e il motivo della mia scelta è soltanto il corpo. Tutte le sere il corpo mi parla e mi dice che è ora. Le giornate stanno diventando sempre più una tortura per il caldo, per i dolori, per la paralisi progressiva”. “Ho preso contatto – aggiunge la donna perugina – con un’organizzazione che si occupa di fornire l’aiuto alla morte volontaria in Svizzera. Quello della Svizzera è diventato un orizzonte concreto e obbligato, perché la mia regione, l’Umbria, e la mia ASL, Perugia, non mi hanno dato mai risposta sulle modalità pratica per ottenere l’attuazione di quello che è un mio diritto riconosciuto su carta, e confermato dalle visite mediche che riconoscono la presenza delle condizioni previste dalla Corte costituzionale per accedere al diritto al suicidio medicalmente assistito qui in Italia”.