Un percorso cominciato un anno fa, una direttiva europea da modificare perché mancante della tutela sul benessere animale, sulla sicurezza di allevatori e organi di vigilanza e, quindi, sul territorio dove questi si trovano ad operare.
Parliamo degli allevamenti estensivi di bovini, quelli che, in pratica, con il pascolo tutelano il territorio e salvaguardano le realtà agricole che dispongono di terreni, spesso marginali, per le quali l’allevamento al pascolo è il miglior modo di allevare.
Una normativa nazionale basata sulle disposizioni del regolamento europeo 134/2022 secondo il quale, per l’identificazione del bovino al pascolo, era obbligatorio fargli ingerire un bolo elettronico che ne permettesse l’identificazione.
“Grazie ad un confronto con i nostri allevatori – riferisce il presidente Zootecnia Confagricoltura Umbria Matteo Pennacchi – abbiamo riscontrato l’impossibilità di applicare tale normativa, vista la pericolosità sia per l’operatore che per il capo allevato, al quale sarebbe stato obbligatorio far ingerire un bolo elettronico in ceramica entro i primi mesi di vita, cosa che avrebbe potuto comportare, tra altre problematiche logistiche, tecniche e di sicurezza per l’operatore, lesioni interne con il pericolo di morte per il bovino. Dopo uno studio del Regolamento europeo e della normativa nazionale – continua Pennacchi – ci siamo confrontati con la Regione Umbria, Direzione Salute e Welfare Prevenzione, Sanità veterinaria e Sicurezza alimentare, nella persona del dirigente dott. Macrì e con i dirigenti delle ASL competenti, con i quali si è palesata subito la necessità di intervenire. È stato pertanto predisposto un documento che, grazie al supporto della sede nazionale di Confagricoltura, è stato inviato al Ministero della Salute, Dipartimento della Salute umana, della Salute animale e dell’ecosistema (one health) e dei rapporti internazionali direzione generale della salute animale, nella persona del direttore Generale dott. Giovanni Filippini, il quale, dopo una serie di incontri e la disamina del documento prodotto, ha riscontrato la concretezza di quanto messo in luce nel documento, rendendo possibile derogare l’ingestione del bolo ruminale applicando, in alternativa, un tag auricolare (un orecchino elettronico facilmente applicabile all’animale, che comporta minori rischi per l’allevatore, il bovino e gli organi di controllo che avranno modo di verificare che tutti gli aspetti inerenti benessere e salute degli animali vengano rispettati), deroga subito recepita ed attuata dalla Regione Umbria”.
“È una grande soddisfazione – conclude Pennacchi – constatare che, senza proclami o grandi clamori, si possa lavorare in sinergia con le Istituzioni al fine di tutelare il settore zootecnico ed i consumatori: la nostra proposta, ben accolta dal Ministero della Salute, si ripercuoterà positivamente su tutto il territorio nazionale, garantendo a tutti i soggetti interessati (allevatori ed organismi di controllo in primis) di poter operare in sicurezza continuando a fornire al consumatore alimenti sani e tracciati”.