Continuano incessanti i controlli della Polizia di Stato finalizzati alla verifica delle strutture ricettive. Si tratta di una intensificazione che ha investito tutto il territorio nazionale.
Invero, il Dipartimento della P.S., con circolare dello scorso dicembre, ha attenzionato il fenomeno delle cc.dd, “locazioni brevi”, diramando mirate misure di controllo atte a prevenire criticità per l’ordine e la sicurezza pubblica in relazione all’eventuale alloggiamento di persone pericolose.
In particolare, dette criticità sarebbero connesse alla sempre più diffusa procedura di “identificazione da remoto” degli ospiti delle strutture ricettive a breve termine. La prassi sarebbe la trasmissione informatica delle copie dei documenti con accesso negli alloggi mediante codice di apertura automatizzata, ovvero tramite installazione di key boxes (cassette a combinazione dove lasciare le chiavi) all’ingresso delle medesime.
Si rammenta, dunque, l’obbligo posto a carico dei gestori di strutture ricettive di ogni genere o tipologia di verificare l’identità degli ospiti mediante personale accertamento della corrispondenza tra soggetti alloggiati e documenti forniti, comunicandola alla Questura territorialmente competente.
I contenuti della predetta circolare sono stati, tra l’altro, oggetto di esame in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, nonché di apposito tavolo tecnico tenutosi in Questura.
Nell’ambito di tali controlli, il personale del Commissariato di P.S. di Assisi ha riscontrato varie irregolarità in una locale struttura ricettiva, denunciandone il titolare. Quest’ ultimo è stato deferito all’autorità giudiziaria ex art. 17 TULPS in relazione all’art. 109 TULPS per aver omesso la compiuta identificazione dei soggetti registrati.
In particolare, è emerso che una coppia avrebbe soggiornato presso detta struttura a fine febbraio scorso ricevendo le istruzioni per accedervi dal titolare esclusivamente attraverso un’applicazione di messaggistica istantanea. Gli stessi avrebbero inoltre inviato, sempre attraverso l’app di messaggistica, le foto dei propri documenti senza il previsto riscontro delle identità.
A seguito di quanto emerso, gli operatori, unitamente al personale della Polizia Locale di Assisi, dell’Ufficio del Turismo e di personale dell’U.S.L., hanno effettuato un sopralluogo ognuno per le verifiche di specifica competenza.
A seguito dell’attività espletata, è stata altresì contestata l’omessa esposizione del Codice Identificativo Nazionale della struttura, della Scia e del superamento della capacità ricettiva della struttura.