Gualdo Tadino aderisce da anni alla rete nazionale del SAI, attuando un modello di accoglienza diffusa che coinvolge cittadini, associazioni e servizi sociali.
Le famiglie e i singoli ospitati nel programma sono seguiti da un’équipe multidisciplinare composta da educatori, mediatori culturali, psicologi e operatori sociali, con l’obiettivo di accompagnarli verso l’autonomia abitativa, lavorativa e relazionale.
Nel tempo, l’esperienza ha generato ricadute positive anche sulla comunità locale, con attività condivise, iniziative culturali, laboratori nelle scuole e progetti di volontariato.
Molti dei rifugiati accolti a Gualdo Tadino hanno intrapreso percorsi di lavoro o formazione, contribuendo al tessuto economico e sociale della città.
Il nuovo inserimento di personale servirà a rafforzare la struttura operativa, migliorare il coordinamento con gli enti partner e assicurare continuità e qualità ai servizi di accoglienza.
Il sindaco Massimiliano Presciutti, da sempre attento ai temi sociali, ha ribadito la linea politica del Comune:
“Il nostro impegno nel progetto SAI nasce da una convinzione profonda: accogliere significa costruire comunità. Il dialogo, la solidarietà e la cooperazione sono strumenti fondamentali per una società più giusta e coesa.”
Presciutti ha sottolineato come il modello gualdese sia ormai riconosciuto come una buona pratica di integrazione territoriale, capace di conciliare accoglienza e sicurezza, solidarietà e sviluppo.
“L’inserimento di una nuova risorsa – ha aggiunto – permetterà di rafforzare ulteriormente il lavoro svolto in questi anni, a beneficio di tutti.
”Il progetto SAI di Gualdo Tadino si inserisce in una rete nazionale che coinvolge oltre 800 enti locali italiani e migliaia di operatori.
La filosofia di fondo è quella di una accoglienza partecipata, dove istituzioni e cittadini collaborano per creare un tessuto di convivenza attiva.
In Umbria, diverse amministrazioni — tra cui Perugia, Foligno, Città di Castello e Spoleto — aderiscono al programma, ma Gualdo Tadino si distingue per la continuità e la qualità dei risultati ottenuti.
Il modello si fonda su una governance condivisa, in cui ogni progetto locale risponde a criteri di trasparenza, monitoraggio e verifica dei risultati. Oltre alla dimensione umanitaria, il SAI rappresenta anche un’opportunità di sviluppo per i territori interni, spesso colpiti da spopolamento e carenza di servizi.
Gli operatori coinvolti generano occupazione, mentre i progetti di integrazione contribuiscono a rivitalizzare spazi pubblici, scuole e servizi sociali.
“L’accoglienza non è solo solidarietà, ma anche un modo per ridare vita ai nostri paesi,” osservano dagli uffici comunali.
L’esperienza gualdese dimostra che, se gestito con equilibrio e competenza, il sistema SAI può trasformare la diversità in risorsa e rafforzare il senso di comunità. A breve arriveranno i primi 12 ospiti, tutti dalla martoriata terra di Ucraina, di cui 5 donne e ben 5 minori.” È proprio vero che ci vuole più coraggio per fare la pace che per fare la guerra” ha scritto il Sindaco Presciutti sulla sua pagina social.
