«La proposta di riclassificazione dei Comuni montani , rappresenta un errore grave, sia nel metodo sia nel merito. Un errore che rischia di produrre un danno strutturale a centinaia di comunità, in particolare lungo l’Appennino, e di compromettere definitivamente ogni idea di coesione territoriale nel nostro Paese».
Lo dichiara Massimiliano Presciutti, Vicepresidente nazionale di ALI – Autonomie Locali Italiane, sindaco di Gualdo Tadino e presidente della Provincia di Perugia nella intervista sul mensile on line Riformare il Territorio, dopo la riunione della Conferenza Unificata , nella quale le Regioni non hanno trovato un accordo rimandando la discussione al prossimo 13 gennaio 2026.
“Questa impostazione meramente “burocratica” rischia di alimentare una contrapposizione artificiale tra territori. Nei fatti appare una chiara controriforma pensata per le Alpi e contro l’Appennino: il Nord da una parte e il Centro-Sud dall’altra. Si rischia di tagliare fuori un gran numero di Comuni dell’Appennino centrale e meridionale, penalizzando ingiustamente aree già fragili mentre si privilegiano territori alpini. Non ha senso se l’obiettivo è sostenere la montagna italiana nel suo insieme. Su questo, come hanno detto gli esponenti parlamentari, i nostri presidenti di Regioni e tantissimi sindaci e amministratori locali, è necessario organizzare una battaglia dal basso, perché colpisce territori che hanno già pagato un prezzo altissimo in termini di servizi e opportunità.
“Noi chiediamo di guardare alla montagna come a un sistema umano, non solo fisico. Servono indicatori come la densità abitativa, l’accessibilità ai servizi sanitari e scolastici, la qualità delle infrastrutture, i tempi di percorrenza, l’andamento demografico. Un Comune può trovarsi a 500 metri di altitudine ma essere più fragile di uno a 700. Ignorare questi fattori significa fare una riforma burocratica, non una politica pubblica efficace.
Faccio un esempio concreto in Umbria. Norcia è giustamente riconosciuta come Comune montano: ha un’altitudine elevata, pendenza e un territorio pienamente appenninico, ma mantiene anche una funzione di riferimento per l’area e un livello di servizi relativamente strutturato.
Nocera Umbra, invece, è un Comune appenninico-collinare che rischia di restare fuori dai nuovi criteri automatici pur vivendo condizioni di forte fragilità: spopolamento, collegamenti difficili, distanza dai servizi essenziali.
Con l’impostazione del Governo, Norcia continuerebbe ad accedere agli strumenti per la montagna, mentre Nocera Umbra rischierebbe di esserne esclusa. È questo il paradosso che segnaliamo” afferma ancora il Presidente della Provincia di Perugia.
«Colpire l’Appennino come avverrebbe – prosegue il vicepresidente di ALI – significa colpire l’ossatura stessa dell’Italia. Qui la montagna non è solo quota o pendenza, ma presidio umano, cura del territorio, prevenzione del dissesto idrogeologico, tutela del paesaggio, coesione sociale. Escludere centinaia di Comuni da strumenti e risorse dedicate vuol dire accelerare lo spopolamento, indebolire i servizi essenziali e rendere irreversibile il declino di aree già fragilissime».
” Nei prossimi giorni, con il pieno supporto del Presidente Gualtieri e di tutte le nostre organizzazioni regionali, come ALI condivideremo un ordine del giorno da approvare in tutti i consigli comunali contro questa riclassificazione, per mobilitare tutte le comunità e dare un segnale chiaro al Governo: non accetteremo che si faccia un divide et impera dei Comuni fragili con il rischio di spaccare il Paese e lasciare fuori i più fragili” conclude in questa intervista il Vicepresidnte nazionale delle autonomie locali Massimiliano Presciutti.
